Nutrienti e attività biologica del suolo in un meleto a gestione biologica e integrata

L’agricoltura biologica e l’utilizzo di matrici organiche può migliorare la fertilità del suolo, prevenirne la degradazione e garantire un adeguato nutrimento alle piante. Il presente studio, condotto in un meleto del Trentino, si inserisce in tale contesto, valutando la capacità degli ammendanti organici di migliorare la disponibilità dei nutrienti nel suolo, rendendoli così disponibili per la pianta. Il frutteto, gestito con pratiche agronomiche integrate, nel 2018 è stato suddiviso in due parcelle: integrata (fertilizzazione minerale) e biologica (letame). Dopo quattro anni, sono state monitorate le concentrazioni dei nutrienti nel suolo e nel frutto. Parallelamente è stata monitorata l’attività biologica del suolo come dinamica della respirazione. I risultati hanno mostrato come nel suolo la disponibilità dei nutrienti abbia risposto in maniera diversa in funzione della gestione agronomica. Nel biologico le concentrazioni disponibili di B e P sono aumentate nel tempo, mentre nell’integrato sono rimaste costanti. K e Mn disponibili, pur aumentando significativamente in entrambe le gestioni, hanno subito un incremento più incisivo nel biologico. Non sono state riscontrate variazioni temporali significative per N, Ca, Mg, Zn e Fe. Nel biologico è stato, inoltre, registrato un incremento dell’attività respiratoria del suolo, responsabile della mineralizzazione e del rilascio dei nutrienti. Nei frutti, le concentrazioni di B, K e P sono cresciute significativamente nel biologico, mentre quelle di N e Ca sono aumentate nell’integrato, a seguito delle concimazioni fogliari ammesse per questa gestione. Lo studio ha evidenziato come l’utilizzo di matrici organiche migliori la fertilità biologica del suolo e rappresenti una riserva di nutrienti, diversamente dalla fertilizzazione minerale