L’instabilità tartarica dei vini rappresenta tutt’oggi una grave insidia per il valore commerciale dei vini in bottiglia, in particolare bianchi, inducendo nel consumatore sospetti sulla effettiva salubrità o integrità dei prodotti. Lo studio, condotto su 536 vini italiani, ha investigato, trattando distintamente vini bianchi e rossi/rosati, la potenzialità di impiego della Spettroscopia Infrarosso in Trasformata di Fourier per la creazione di modelli predittivi dell’instabilità dei vini valutati rispetto a due dei metodi di riferimento più diffusi: “test di mini contatto” (10 min, 0°C, KHT) e “test a freddo” (5gg, -4°C). I modelli proposti, costruiti con l’80% dei campioni e basati su Partial Least Squares-Regression e su Automated Neural Networks, hanno mostrato una buona capacità di corretta riattribuzione (dal 89 al 97%) del subset esterno di validazione (20%). Circa l’ipotesi più problematica per la gestione tecnica dei vini pre-imbottigliamento, solo il 4-6% dei campioni instabili sono stati erroneamente classificati come stabili
Larcher, R.; Nicolini, G.; Bertoldi, D.; Malacarne, M. (2013). Utilizzo della spettroscopia infrarosso in trasformata di Fourier per la previsione della stabilitá tartarica dei vini. In: XXXVIth World Congress of Vine and Wine, Bucharest, 2-7 June 2013: 2013-020. ISBN: 979-10-91799-16-4. handle: http://hdl.handle.net/10449/22180
Utilizzo della spettroscopia infrarosso in trasformata di Fourier per la previsione della stabilitá tartarica dei vini
Larcher, Roberto;Nicolini, Giorgio;Bertoldi, Daniela;Malacarne, Mario
2013-01-01
Abstract
L’instabilità tartarica dei vini rappresenta tutt’oggi una grave insidia per il valore commerciale dei vini in bottiglia, in particolare bianchi, inducendo nel consumatore sospetti sulla effettiva salubrità o integrità dei prodotti. Lo studio, condotto su 536 vini italiani, ha investigato, trattando distintamente vini bianchi e rossi/rosati, la potenzialità di impiego della Spettroscopia Infrarosso in Trasformata di Fourier per la creazione di modelli predittivi dell’instabilità dei vini valutati rispetto a due dei metodi di riferimento più diffusi: “test di mini contatto” (10 min, 0°C, KHT) e “test a freddo” (5gg, -4°C). I modelli proposti, costruiti con l’80% dei campioni e basati su Partial Least Squares-Regression e su Automated Neural Networks, hanno mostrato una buona capacità di corretta riattribuzione (dal 89 al 97%) del subset esterno di validazione (20%). Circa l’ipotesi più problematica per la gestione tecnica dei vini pre-imbottigliamento, solo il 4-6% dei campioni instabili sono stati erroneamente classificati come stabiliFile | Dimensione | Formato | |
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