Esperienze di gestione integrata di Anthonomus rubi su fragola in Trentino

In Northern Italy (Trentino), a new type of damage caused by Anthonomus rubi has been observed on strawberries for about a decade. In addition to the typical anthophagous behaviour, the insect now also causes damage to the fruit throughout the production season. Since 2019, the Edmund Mach Foundation has studied its biology and ecology to formulate eco-compatible integrated management strategies. This work will discuss some of the techniques tested in the two-year period 2021-2022. These differently influence the pest population density and limiting its damage. Entomopathogenic microorganisms and mass trapping with yellow adhesive traps baited with the specific attractant were ineffective. In spring, the mowing of the turf rich in flowering dandelion plants combined with the use of traps allowed to increase the catches of adults by reducing their presence on the vegetation, but unfortunately, not the damage. Removing adults and severed buds by frequent vegetation beating greatly reduced the population and damage. The correct disposal of the substrate and plants at the end of the production cycle is also a fundamental hygiene practice that can reduce the overwintering population and, therefore, the population density in the following spring.

In Trentino, da circa un decennio si osserva su fragola una nuova tipologia di danno causato da Anthonomus rubi; oltre al tipico comportamento antofago, l’insetto compie ora anche rosure a carico dei frutti durante tutta la stagione produttiva. Sin dal 2019 la Fondazione Edmund Mach si è occupata di studiarne la biologia e l’ecologia allo scopo di formulare strategie di gestione integrata ecocompatibili. Nel presente lavoro saranno discusse alcune delle tecniche saggiate nel biennio 2021-2022, rivelatesi più o meno efficaci nel controllare la densità di popolazione del fitofago e limitarne il danno. I microrganismi entomopatogeni e la cattura massale con trappole adesive gialle innescate con lo specifico attrattivo non sono risultati efficaci. In primavera, lo sfalcio del cotico erboso ricco di piante di tarassaco in fioritura abbinato all’uso delle trappole, ha consentito di incrementare le catture degli adulti riducendo la presenza sulla vegetazione, ma non purtroppo l’entità dei danni. L’asportazione degli adulti e dei boccioli recisi mediante frequenti battiture della vegetazione, ha permesso un’ottima riduzione sia della popolazione che del conseguente danno. Anche il corretto smaltimento del substrato e delle piante a fine ciclo produttivo è una fondamentale pratica di igiene che può permettere di ridurre la popolazione svernante e dunque la densità di popolazione nella primavera successiva.