Questo contributo riporta alcune problematiche evidenziate nel rapporto “Ecosistemi di acque interne e di transizione: biodiversità e funzioni dell’ecosistema”, redatto nell’ambito della stesura della Strategia Nazionale per la Biodiversità. In dettaglio, si analizzano la vulnerabilità ai cambiamenti climatici del Po e dell’Adige, i primi due fiumi italiani per lunghezza, con particolare riferimento ai meccanismi di organizzazione e mantenimento della biodiversità e dei processi ecosistemici. Nell’area mediterranea diversi modelli prevedono per l’immediato futuro una più elevata frequenza di eventi estremi con precipitazioni brevi ed intense e prolungati periodi di siccità, con conseguente aumento di piene improvvise e periodi di magra idrologica. Nel bacino del Po sono concentrati circa il 40% del PIL nazionale e circa il 50% delle produzioni agricole e zootecniche, con impatti rilevanti su qualità delle acque e sulle portate. Nonostante la grande variabilità idrologica interannuale, nel Po si evidenzia un aumento di intensità e durata delle secche estive, quando è maggiore la richiesta d’acqua, con fenomeni di sofferenza o di scomparsa di ambienti acquatici marginali. Negli ultimi decenni, sia nel corso principale del Po che negli habitat perifluviali, è stato documentato un aumento di diversità specifica per alcuni gruppi di organismi vegetali ed animali, ma parallelamente è cresciuto notevolmente il numero di specie esotiche ed invasive. Dagli inizi del ‘900 la portata dell’Adige è diminuita di circa il 30% per la riduzione delle precipitazioni e l’aumento della temperatura atmosferica. La diminuzione delle portate è particolarmente accentuata nei tratti planiziali a causa dei prelievi irrigui, dove determina un maggiore sviluppo del fitoplancton e un generale scadimento della qualità fluviale. La costruzione di dighe ha profondamente alterato l’intero reticolo idrografico, con crescente disturbo sulle comunità bentoniche dovuto a drift catastrofico. L’incidenza dell’hydropeaking sembra destinata ad aumentare in ragione di una maggiore regolazione dei deflussi per effetto della riduzione delle deposizioni
Rossetti, G.; Bartoli, M.; Bolpagni, R.; Pecora, S.; Salmaso, N.; Viaroli, P. (2013). Fiumi del bacino padano-veneto: biodiversità, stato ecologico e prospettive di adattamento al cambiamento climatico. In: XXI Congresso dell'Associazione Italiana di Oceanologia e Limnologia A.I.O.L.: Limnologia e Oceanografia nel Terzo Millennio: nuove frontiere o assenza di frontiere?, Lignano Sabbiadoro, 23-26 settembre 2013: 22. url: http://aiol2013.inogs.it/sites/default/files/24_09_2013_p16_41_orali_AIOL.pdf handle: http://hdl.handle.net/10449/24496
Fiumi del bacino padano-veneto: biodiversità, stato ecologico e prospettive di adattamento al cambiamento climatico
Salmaso, Nico;
2013-01-01
Abstract
Questo contributo riporta alcune problematiche evidenziate nel rapporto “Ecosistemi di acque interne e di transizione: biodiversità e funzioni dell’ecosistema”, redatto nell’ambito della stesura della Strategia Nazionale per la Biodiversità. In dettaglio, si analizzano la vulnerabilità ai cambiamenti climatici del Po e dell’Adige, i primi due fiumi italiani per lunghezza, con particolare riferimento ai meccanismi di organizzazione e mantenimento della biodiversità e dei processi ecosistemici. Nell’area mediterranea diversi modelli prevedono per l’immediato futuro una più elevata frequenza di eventi estremi con precipitazioni brevi ed intense e prolungati periodi di siccità, con conseguente aumento di piene improvvise e periodi di magra idrologica. Nel bacino del Po sono concentrati circa il 40% del PIL nazionale e circa il 50% delle produzioni agricole e zootecniche, con impatti rilevanti su qualità delle acque e sulle portate. Nonostante la grande variabilità idrologica interannuale, nel Po si evidenzia un aumento di intensità e durata delle secche estive, quando è maggiore la richiesta d’acqua, con fenomeni di sofferenza o di scomparsa di ambienti acquatici marginali. Negli ultimi decenni, sia nel corso principale del Po che negli habitat perifluviali, è stato documentato un aumento di diversità specifica per alcuni gruppi di organismi vegetali ed animali, ma parallelamente è cresciuto notevolmente il numero di specie esotiche ed invasive. Dagli inizi del ‘900 la portata dell’Adige è diminuita di circa il 30% per la riduzione delle precipitazioni e l’aumento della temperatura atmosferica. La diminuzione delle portate è particolarmente accentuata nei tratti planiziali a causa dei prelievi irrigui, dove determina un maggiore sviluppo del fitoplancton e un generale scadimento della qualità fluviale. La costruzione di dighe ha profondamente alterato l’intero reticolo idrografico, con crescente disturbo sulle comunità bentoniche dovuto a drift catastrofico. L’incidenza dell’hydropeaking sembra destinata ad aumentare in ragione di una maggiore regolazione dei deflussi per effetto della riduzione delle deposizioniFile | Dimensione | Formato | |
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