Nell’ambito di una selvicoltura polifunzionale e “prossima alla natura”, assumono particolare importanza la valutazione dello stato di salute delle foreste e la prevenzione ed il controllo dei danni di tipo biotico ed abiotico. Proprio per soddisfare tale esigenza avvertita dai gestori forestali, nel 1990 il gruppo Foreste della FEM ha progettato un monitoraggio di tutti i danni noti che si manifestano nei boschi trentini, da allora attuato in strettissima collaborazione con il Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento, attraverso il personale presente sul territorio. Grazie alla applicazione estensiva ed alla georeferenziazione dei danni, inizialmente relativa alle particelle dei piani forestali ed ora eseguita in maniera più dettagliata mediante un sistema WebGIS, è stato possibile raccogliere una serie storica di dati sulle principali avversità; la loro elaborazione permette ora di inquadrare i principali problemi registrati e valutarne la diffusione e l’impatto reale sulla funzionalità delle foreste. Il confronto con i dati contenuti nei piani di assestamento e con quelli ambientali dei Sistemi Informativi Territoriali hanno permesso di identificare le aree più a rischio per determinati problemi (ad esempio bostrico e ruggine dell’abete rosso, processionaria del pino, schianti, deperimento dell’ontano verde), individuando o confermando le principali caratteristiche stazionali, strutturali e dendrologiche coinvolte nella loro manifestazione. Inoltre si sono potuti identificare e mappare molti problemi minori, la cui comparsa assume però un ruolo fondamentale nell’acquisizione di conoscenze sia sulla biodiversità che sull’introduzione di organismi invasivi. Il monitoraggio estensivo ha permesso di approfondire alcuni problemi di recente manifestazione, come il deperimento dell’ontano verde, nonché di identificare i focolai iniziali di insetti o patogeni alloctoni, quali il cinipide del castagno, il deperimento del frassino o la ruggine dell’ontano bianco. In questo contesto, la presenza capillare sull’intero territorio del personale forestale appositamente formato è fondamentale per seguire l’evoluzione dei problemi e verificarne l’eventuale risoluzione. L’inserimento dei risultati ottenuti all’interno dei documenti di pianificazione forestale è l’obiettivo finale del lavoro finora svolto. I rischi potenziali legati alle singole avversità potranno così essere considerati all’atto delle scelte sel - vicolturali, anche in vista di una migliore gestione delle risorse naturali
Salvadori, C.; Maresi, G.; Confalonieri, M.; Wolynski, A. (2013). Il monitoraggio fitosanitario delle foreste trentine: risultati e prospettive dopo oltre 20 anni di applicazione. In: IX Congresso Nazionale SISEF: Multifunzionalità degli ecosistemi forestali montani: sfide e opportunità per la ricerca e lo sviluppo, Bolzano, 16-19 settembre 2013: 80. url: http://www.sisef.it/sisef/congresso-ix/material/ix_congresso_sisef_abstract_book_oral_07_09_2013.pdf handle: http://hdl.handle.net/10449/23583
Il monitoraggio fitosanitario delle foreste trentine: risultati e prospettive dopo oltre 20 anni di applicazione
Salvadori, Cristina;Maresi, Giorgio;
2013-01-01
Abstract
Nell’ambito di una selvicoltura polifunzionale e “prossima alla natura”, assumono particolare importanza la valutazione dello stato di salute delle foreste e la prevenzione ed il controllo dei danni di tipo biotico ed abiotico. Proprio per soddisfare tale esigenza avvertita dai gestori forestali, nel 1990 il gruppo Foreste della FEM ha progettato un monitoraggio di tutti i danni noti che si manifestano nei boschi trentini, da allora attuato in strettissima collaborazione con il Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento, attraverso il personale presente sul territorio. Grazie alla applicazione estensiva ed alla georeferenziazione dei danni, inizialmente relativa alle particelle dei piani forestali ed ora eseguita in maniera più dettagliata mediante un sistema WebGIS, è stato possibile raccogliere una serie storica di dati sulle principali avversità; la loro elaborazione permette ora di inquadrare i principali problemi registrati e valutarne la diffusione e l’impatto reale sulla funzionalità delle foreste. Il confronto con i dati contenuti nei piani di assestamento e con quelli ambientali dei Sistemi Informativi Territoriali hanno permesso di identificare le aree più a rischio per determinati problemi (ad esempio bostrico e ruggine dell’abete rosso, processionaria del pino, schianti, deperimento dell’ontano verde), individuando o confermando le principali caratteristiche stazionali, strutturali e dendrologiche coinvolte nella loro manifestazione. Inoltre si sono potuti identificare e mappare molti problemi minori, la cui comparsa assume però un ruolo fondamentale nell’acquisizione di conoscenze sia sulla biodiversità che sull’introduzione di organismi invasivi. Il monitoraggio estensivo ha permesso di approfondire alcuni problemi di recente manifestazione, come il deperimento dell’ontano verde, nonché di identificare i focolai iniziali di insetti o patogeni alloctoni, quali il cinipide del castagno, il deperimento del frassino o la ruggine dell’ontano bianco. In questo contesto, la presenza capillare sull’intero territorio del personale forestale appositamente formato è fondamentale per seguire l’evoluzione dei problemi e verificarne l’eventuale risoluzione. L’inserimento dei risultati ottenuti all’interno dei documenti di pianificazione forestale è l’obiettivo finale del lavoro finora svolto. I rischi potenziali legati alle singole avversità potranno così essere considerati all’atto delle scelte sel - vicolturali, anche in vista di una migliore gestione delle risorse naturaliFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2013 Sisef 80 Maresi.pdf
accesso aperto
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
748.07 kB
Formato
Adobe PDF
|
748.07 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.