Lo studio intrapreso a partire dal 2007 sui livelli dell’ozono troposferico in Trentino e sui suoi effetti in termini di sintomi sulla vegetazione è proseguito anche nel 2010. Il progetto è realizzato dal Centro Ricerca ed Innovazione della Fondazione Edmund Mach in collaborazione con TerraData environmetrics (Spin-off dell’Università di Siena) nell’ambito di una co-operazione con il Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento. Le misure di ozono troposferico, effettuate su una rete di 21 siti forestali distribuiti sistematicamente sul territorio provinciale, hanno confermato anche per il 2010 la presenza di concentrazioni di ozono elevate, tali da portare al frequente superamento delle soglie di rischio potenziale per la vegetazione stabilite dalla Direttiva 2008/50/CE dell’Unione Europea (EU-Long Term ed EU-Target) e dai livelli critici indicati dalla Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UN/ECE). Attraverso modelli geostatistici è stato possibile stimare le concentrazioni di ozono su tutto il territorio provinciale. Misurazioni ed elaborazioni confermano come le aree remote a quote superiori ai 500 m s.l.m. siano interessate da concentrazioni elevate di ozono. Mediante successive applicazioni GIS, è stato possibile mappare le aree forestali ed agrarie a potenziale rischio ozono per il 2007. Da una valutazione conservativa, emerge che, se si considerano i valori obiettivo per il 2010 della Direttiva europea (9000 ppb h), circa il 10% della superficie forestale trentina risulta esposta a valori di ozono potenzialmente dannosi; questa percentuale sale al 57% ed all’83% se invece si considerano rispettivamente i livelli critici UN/ECE (5000 ppb h) e la soglia di rischio stabilita dall’Unione Europea come obiettivo di lungo termine per la protezione della vegetazione (3000 ppb h). Per non tralasciare una importante valutazione relativa al reale assorbimento di ozono da parte delle piante, è stata realizzata inoltre una stima modellistica per quantificare i flussi stomatici di ozono nel popolamento forestale al sito di Passo Lavazé. Questo approccio conferma le stime di rischio potenziale per la vegetazione già rilevate applicando l’indice di esposizione AOT40. A fronte di questi superamenti, occorre tuttavia notare che le osservazioni svolte in campo nei diversi anni hanno evidenziato l’effettiva presenza di sintomi fogliari visibili attribuibili all’ozono solo su poche specie legnose, tra cui Viburnum lantana L., specie nota per la sua sensibilità all’ozono, oggetto di uno studio specifico. Tali sintomi non sono invece stati riscontrati su nessuna delle specie legnose osservate presso il sito forestale di Livello II. Accanto al rilevamento dei sintomi fogliari visibili, al fine di valutare in maniera più esaustiva i possibili effetti dell’ozono sulle foreste, è stato impostato uno studio correlativo sull’accrescimento delle piante forestali in relazione ai livelli di inquinante. A tale scopo, nel corso del 2010 sono stati raccolti ed informatizzati i dati rilevati da rete UN ECE di Livello I e II, dell’inventario forestale, di InfoCarb, e dei piani di gestione; tali dati verranno elaborati ed analizzati durante il 2011.
Gottardini, E.; Cristofolini, F.; Cristofori, A.; Ferretti, M.; Bacaro, G.; Geri, F.; Santi, E.; Veronesi, L. (2011). Ozono troposferico in provincia di Trento: livelli ed effetti sulla vegetazione: relazione attività 2010. San Michele all'Adige (TN): Fondazione Edmund Mach handle: http://hdl.handle.net/10449/20390
Ozono troposferico in provincia di Trento: livelli ed effetti sulla vegetazione: relazione attività 2010
Gottardini, Elena;Cristofolini, Fabiana;Cristofori, Antonella;Veronesi, Lisa
2011-01-01
Abstract
Lo studio intrapreso a partire dal 2007 sui livelli dell’ozono troposferico in Trentino e sui suoi effetti in termini di sintomi sulla vegetazione è proseguito anche nel 2010. Il progetto è realizzato dal Centro Ricerca ed Innovazione della Fondazione Edmund Mach in collaborazione con TerraData environmetrics (Spin-off dell’Università di Siena) nell’ambito di una co-operazione con il Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento. Le misure di ozono troposferico, effettuate su una rete di 21 siti forestali distribuiti sistematicamente sul territorio provinciale, hanno confermato anche per il 2010 la presenza di concentrazioni di ozono elevate, tali da portare al frequente superamento delle soglie di rischio potenziale per la vegetazione stabilite dalla Direttiva 2008/50/CE dell’Unione Europea (EU-Long Term ed EU-Target) e dai livelli critici indicati dalla Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UN/ECE). Attraverso modelli geostatistici è stato possibile stimare le concentrazioni di ozono su tutto il territorio provinciale. Misurazioni ed elaborazioni confermano come le aree remote a quote superiori ai 500 m s.l.m. siano interessate da concentrazioni elevate di ozono. Mediante successive applicazioni GIS, è stato possibile mappare le aree forestali ed agrarie a potenziale rischio ozono per il 2007. Da una valutazione conservativa, emerge che, se si considerano i valori obiettivo per il 2010 della Direttiva europea (9000 ppb h), circa il 10% della superficie forestale trentina risulta esposta a valori di ozono potenzialmente dannosi; questa percentuale sale al 57% ed all’83% se invece si considerano rispettivamente i livelli critici UN/ECE (5000 ppb h) e la soglia di rischio stabilita dall’Unione Europea come obiettivo di lungo termine per la protezione della vegetazione (3000 ppb h). Per non tralasciare una importante valutazione relativa al reale assorbimento di ozono da parte delle piante, è stata realizzata inoltre una stima modellistica per quantificare i flussi stomatici di ozono nel popolamento forestale al sito di Passo Lavazé. Questo approccio conferma le stime di rischio potenziale per la vegetazione già rilevate applicando l’indice di esposizione AOT40. A fronte di questi superamenti, occorre tuttavia notare che le osservazioni svolte in campo nei diversi anni hanno evidenziato l’effettiva presenza di sintomi fogliari visibili attribuibili all’ozono solo su poche specie legnose, tra cui Viburnum lantana L., specie nota per la sua sensibilità all’ozono, oggetto di uno studio specifico. Tali sintomi non sono invece stati riscontrati su nessuna delle specie legnose osservate presso il sito forestale di Livello II. Accanto al rilevamento dei sintomi fogliari visibili, al fine di valutare in maniera più esaustiva i possibili effetti dell’ozono sulle foreste, è stato impostato uno studio correlativo sull’accrescimento delle piante forestali in relazione ai livelli di inquinante. A tale scopo, nel corso del 2010 sono stati raccolti ed informatizzati i dati rilevati da rete UN ECE di Livello I e II, dell’inventario forestale, di InfoCarb, e dei piani di gestione; tali dati verranno elaborati ed analizzati durante il 2011.File | Dimensione | Formato | |
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